Smantellamento del Covid Hospital, "aspettiamo che l'Oms dichiari finita la pandemia", stamattina la cerimonia di ricordo delle vittime

5' di lettura 18/03/2023 - «Attendiamo che l’Oms dichiari ufficialmente la fine della pandemia e poi ci muoveremo per lo smantellamento del Covid Hospital». Lo ha assicurato il consigliere regionale Pierpaolo Borroni a margine della cerimonia, tenutasi al parco Cecchetti, in memoria delle vittime del covid-19.

Con gli ospedali ormai tornati all’attività pre-pandemia e la struttura ospitata nei padiglioni della fiera chiusa da quasi due anni (era la fine di giugno del 2021 quando fu trasferito anche l’ultimo paziente), da più parti arriva l’invocazione alla redistribuzione di macchinari e materiali e al ripristino dello stabile alla sua funzione originaria. «Salvo qualche piccola eccezione, di fatto il Covid Hospital è congelato a com’era quando è stato chiuso due anni fa, potrebbe essere rimesso in moto praticamente attaccando la corrente – spiega Borroni – l’intenzione della Regione è quella di smantellarlo, ma con tutte le precauzioni del caso una volta che l’Organizzazione mondiale della sanità avrà stabilito con certezza che la pandemia è alle spalle».

Il problema è anche di tempistiche: il 31 marzo scade il contratto di affitto e anche il Comune, proprietario della struttura, vorrebbe sapere come muoversi: se doversi adoperare per una proroga o no. «Abbiamo scritto in Regione per sollecitare una risposta proprio per questa questione – aggiunge il sindaco Fabrizio Ciarapica – attendiamo di conoscere come vuole muoversi l’ente».

Durante la cerimonia di questa mattina, alla presenza delle forze dell’ordine, di vari rappresentanti di maggioranza e opposizione e della direttrice sanitaria dell’Ast Macerata Daniela Corsi, Ciarapica ha ancora una volta rivendicato il ruolo centrale avuto dal Covid Hospital nel corso degli anni più duri della lotta al covid-19. «C’è stata una grande operosità in quei momenti difficili, che si è tradotta in una miriade di gesti di aiuto e solidarietà – ha ribadito il primo cittadino – ricordo perfettamente il senso di smarrimento e la paura di un nemico che era invisibile ma che era in mezzo a noi. Ricordo le restrizioni, soprattutto l’isolamento patito dai nostri ragazzi e bambini, che ancora oggi pagano quelle decisioni sofferte. Ricordo i colori delle Regioni, la ricorsa ai dpcm che scandivano i minuti della nostra vita. Ma in questi anni di dolore abbiamo visto forza e coraggio del nostro popolo e le tante persone che hanno combattuto in prima linea. E ricordo il Covid Hospital, il secondo in Italia, che ha dato una grande risposta nella seconda ondata e un messaggio a tutta la comunità nazionale: ci siamo contraddistinti per generosità mettendo a disposizione una struttura non solo per i cittadini civitanovesi e marchigiani, ma anche per tante persone che venivano da fuori e che hanno visto la loro vita salvata qui. Per questo ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a realizzarlo, a partire dall’amico Guido Bertolaso e passando per i cittadini che hanno appoggiato quella scelta».

Ad aprire la mattinata davanti all’ulivo che era stato piantumato lo scorso anno il presidente del consiglio comunale Fausto Troiani, che l’esperienza del covid-19 l’ha vissuta in prima persona come medico impegnato all’ospedale di Civitanova. «Ricordo ogni singolo giorno e ogni singola notte in reparto – ha detto Troiani – le difficoltà iniziali davanti a un nuovo virus sconosciuto, le giornate intere dentro tute ermetiche, le notti insonni, gli amici e colleghi che diventavano pazienti. E lo smarrimento dei malati e il senso di impotenza dei familiari. Siamo stati chiamati a combattere una delle emergenze più grandi della storia italiana. Poi la scienza ha aperto la strada alla speranza, ma chi non ce l’ha fatta merita un ricordo sentito».

In chiusura, invece, l’appello della dottoressa Corsi: «Civitanova è stata in primissima linea in questa battaglia e questo lo vediamo oggi nella rincorsa al ripristino di tutte le funzioni che erano state interrotte all’epoca – ha detto la Corsi – ogni volta che passo dalle parti del Covid Hospital non nascondo che sento una certa emozione, sono state pagine che non potranno mai essere cancellate. Al di là di stanchezza e stress, il covid a noi medici ha lasciato ancora più forza. Spesso occupiamo le pagine dei giornali per le critiche alle cose che non funzionano, ma vi posso garantire che la maggior parte dei sanitari continua a lottare e lavorare per la salvaguardia della sanità pubblica. Perché ci crediamo fortemente. In questo momento di criticità, in cui le figure mediche sono scarse, posso dire che c’è una dedizione totale da parte di tutti. Le ferite non sono cicatrizzate, ma siamo convinti che la sanità potrà riemergere e tornare ad avere tutto quello che è giusto ci sia per garantire un’efficienza e una risposta adeguata ai cittadini. Ma serve compattezza, come c’è stata durante la pandemia. Ricordo ancora con piacere quanti doni, soprattutto a Natale, ci arrivavano in quei giorni difficili al Covid Hospital. Sentire il sostegno dei cittadini in quella maniera era davvero bello e li ringrazio tutti. Non dimentichiamo quei momenti. Non siamo stati degli eroi: abbiamo fatto e facciamo del nostro meglio ogni giorno. Continuate a sostenerci, è nei momenti di difficoltà che serve di più. Noi non ci arrendiamo».

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Questo è un articolo pubblicato il 18-03-2023 alle 12:51 sul giornale del 20 marzo 2023 - 352 letture

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