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comunicato stampa
Omicidio Ogorchukwu, Acquaroli: "la Regione si costituirà parte civile", le reazioni della politica regionale

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Francesco Acquaroli nuovo presidente della regione Marche
«La Regione Marche chiederà di costituirsi parte civile nel procedimento che si aprirà, per difendere l'identità, i valori e l'immagine dei marchigiani e delle Marche. Siamo da sempre una comunità solidale, inclusiva e vogliamo rimanere tale, con l'impegno di tutti».

Parole del presidente della Regione Francesco Acquaroli, intervenuto sulla vicenda dell’omicidio di Alika Ogorchukwu. «Insieme al dolore e al profondo cordoglio per la famiglia di Alika è necessario ribadire anche la ferma condanna di un gesto di folle e inaudita violenza, che non ha alcuna giustificazione e che lede tutti i marchigiani – ha aggiunto Acquaroli – le Marche sono una terra accogliente e solidale: un fatto come quello di ieri è inaccettabile per la nostra comunità ed è completamente estraneo alla nostra cultura. È necessaria tolleranza zero rispetto alla violenza, in ogni forma, con l'impegno sinergico di tutte le istituzioni».

Fanno eco il presidente del consiglio regionale Dino Latini e la consigliera regionale FdI Elena Leonardi. «Un altro episodio di inaudita violenza sul territorio delle Marche, che ci porta seriamente a riflettere sulle dinamiche che caratterizzano il nostro tempo - ha evidenziato Latini – è indispensabile tenere alta la guardia per impedire che queste inconcepibili forme di brutalità abbiano la meglio sul nostro vivere civile. Ai familiari della vittima, sento di poter esprimere le più sentite condoglianze e la vicinanza dell’Assemblea legislativa tutta». «Fatti come quelli di Civitanova sono semplicemente inammissibili, una crudeltà inaudita consumata in pieno giorno in pieno centro della Città. Un evento drammatico che va fermamente condannato e ci spinge a riflettere sul valore della vita, che dovrebbe essere sacra e inviolabile. Riteniamo giusta e doverosa la scelta del presidente delle Marche Francesco Acquaroli di far costituire a parte civile la Regione, impegnandoci sin da ora affinché l'episodio drammatico di ieri non connoti Civitanova e la nostra Regione e soprattutto non si ripeta mai più. Come comunità umana prima ancora che politica, ci stringiamo al dolore della famiglia della vittima».

Usa le parole “sconcerto”, “indifferenza” e “mancanza di rispetto” il Garante regionale dei diritti, Giancarlo Giulianelli, per commentare quanto accaduto a Civitanova Marche. «Sconcerto – evidenzia – per la morte del signore nigeriano e per la brutalità di chi ha commesso l’omicidio. Alla famiglia della vittima tutta la nostra profonda vicinanza. Ma nello stesso tempo non possiamo non cogliere l’indifferenza dimostrata da chi è stato testimone di quanto stava accadendo, che invece di intervenire per portare aiuto ha preferito scattare foto e girare filmati». E proprio su foto e filmati Giulianelli sofferma la sua attenzione per parlare di mancanza di rispetto. «Materiale che oggi ritroviamo – dice – sulla stampa e suoi social, senza che alcuno abbia prestato attenzione a cosa possa voler dire per la famiglia, per il figlio, vedere quelle immagini. Se qualsiasi altra persona si fosse trovata nella stessa situazione cosa avrebbe pensato? Ritengo che si debba ormai fornire ancora più sostanza alla nostra riflessione sull’informazione e sull’uso dei social ed è per questo motivo che diviene indispensabile un confronto allargato con altre autorità di garanzia che si occupano di queste problematiche, come il Corecom, con l’Ordine professionale dei giornalisti, con i rappresentanti delle nostre istituzioni regionali. È un appello che spero possa trovare riscontro in tempi celeri».

Sconcerto anche nel centrosinistra, per il quale si fa megafono Maurizio Mangialardi. «A nome di tutto il gruppo regionale del Pd intendo esprimere sgomento e totale vicinanza alla famiglia di Alika Ogorchukwu, oltre all’auspicio che gli inquirenti facciano piena luce su quanto accaduto ieri. È una tragedia che colpisce non solo Civitanova Marche, ma tutta la regione, e che dimostra come purtroppo i nostri territori non siano oggi più immuni da episodi di brutale violenza che minano la cultura pacifica e solidale della maggioranza dei marchigiani». Il capogruppo dem poi replica al commissario della Lega Augusto Marchetti, il quale, commentando l’omicidio di Civitanova, aveva sostenuto che mentre il Pd «si affanna a combattere un nemico inesistente come il fascismo, la Lega vuole lavorare con serietà e concretezza per garantire sicurezza». «Difficile – afferma Mangialardi – non provare disgusto nel leggere le parole di Marchetti, che da buon allievo di Salvini, non ha perso neanche un secondo per rilasciare dichiarazioni che fanno rabbrividire, attaccando senza alcuna logica il Partito Democratico e non spendendo, chissà come mai, neanche una parola di solidarietà per la vittima e per i suoi cari. Evidentemente nella foga di azzannare la sua preda, lo sciacallo non perde tempo con i sentimenti che qualificano l’essere umano».

«Alika è stato ucciso in pieno centro, in pieno giorno, in una delle nostre belle città. È stato ucciso dalla violenza brutale dell'assalitore, ma è stato lasciato solo a morire dall'indifferenza o dalla paura o dallo sgomento di chi ha assistito senza intervenire. In tanti hanno filmato con i telefonini, ma Alika nel frattempo veniva ucciso fracassato di botte e poi soffocato a terra. La cosa che non possiamo fare né accettare di fronte a questo omicidio è essere indifferenti. Dobbiamo reagire e scuotere ogni coscienza. Serve una reazione civile che scuota le coscienze di ognuno. Alika è stato massacrato perché più debole, probabilmente perché ritenuto uno scarto umano, probabilmente perché con un colore della pelle diverso. Tutto questo è inaccettabile, e va detto forte, va scritto ovunque. Non può essere questo il nostro mondo e quello dei nostri figli». Così in un post su Facebook il Senatore Francesco Verducci, vicepresidente della Commissione antidiscriminazioni del Senato e sulla stessa linea c’è Alessia Morani.

«Alika Ogorchukwu è stato brutalmente assassinato su un marciapiede di Civitanova Marche. La sua “colpa”? Avere tentato di vendere dei fazzoletti. Nessuno lo ha aiutato. Nessuno. A vedere quelle immagini si rimane sgomenti. Senza parole. Succede ancora nella mia regione, le Marche. Succede ancora nella stessa provincia, Macerata, quella di Luca Traini. Succede ancora e non possiamo girare la testa dall’altra parte, come se fosse un caso di cronaca. Non lo è, ed è ora che cominciamo a guardare in faccia il problema: Alika era un uomo di colore, come le vittime di Traini. Tutti vittime del razzismo, dell’odio e dell’intolleranza».

Infine, Sinistra Italiana. «Le Marche tornano al centro dell’informazione per un nuovo fatto di cronaca nera. Dopo Fermo e Macerata, è il turno di Civitanova Marche, dove oggi Alika Ogorchukwu è stato picchiato a morte per aver fatto – pare – degli apprezzamenti ad una ragazza. Alika non era semplicemente “uno straniero”. Spersonalizzare allontana l’empatia necessaria a capire fino in fondo la gravità di quello che è successo oggi. Alika era una persona strappata all’affetto dei suoi cari da una (in)cultura che produce un pensiero gerarchico che mette il colore della pelle, il genere, la disabilità su un piano subalterno rispetto ai canoni della presunta normalità e da un patriarcato che mostra il suo lato peggiore: il maschio alfa interviene a “difendere” la “sua” donna, come se le donne non sapessero difendersi da sole e come se esistessero parole che legittimino fatti di una violenza inaudita. Ci stringiamo attorno ai suoi cari ed alla comunità nigeriana e ci chiediamo: di quale sicurezza parliamo quando una persona – disabile e di colore – perde la vita nelle circostanze accadute oggi ad Alika?».

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