Nasce il primo Centro Antiviolenza Universale, "la violenza ha molte forme, puntiamo sulla prevenzione"

5' di lettura 30/07/2022 - Lunedì 1 agosto alle ore 18 presso il Raphael Beach alcune associazioni di volontariato tra cui il Centro Educativo alla Mondialità, lanciano questa iniziativa in cantiere da tempo: il Centro Antiviolenza Universale delle Marche. Invitato anche il presidente della Regione Francesco Acquaroli e i sindaci del comprensorio.

I fatti di questi giorni da Civitanova Marche con l’uccisione di Alika Ogorchukwu e l’accoltellamento di Recanati, tra un 47enne e un 22enne, ci riportano all’attenzione il clima di violenza che si consuma nelle nostre città, asfittiche, spesso senza farci troppo attenzione. E’ un fatto che la sicurezza non è mettere telecamere, anche se aiutano (meglio se collegate con le forze dell’ordine), né mera repressione, bensì prevenzione. I politici, per primi sono lì ad accaparrarsi il merito o a rimproverare il demerito, ma è altresì un fatto che le associazioni di volontariato non sono prese sul serio né sostenute. Le cause della violenza sono molteplici, dalle psicosi, ai furti, ad alcool e droga, a insofferenza ed intolleranza, tanto più in una società dove le persone non si conoscono tra loro e si muovono da un lato all’altro del mondo. Lo sappiamo, ma non ci prepariamo. Il razzismo c’è, ma non da solo. Spesso se una persona è povera e anche diversa ci si accanisce di più con la violenza fisica e verbale che se fosse ben vestito e magari non stesse a chiedere la carità.

Il Centro Educativo alla Mondialità appoggia in tutto e per tutto l’iniziativa della giovane Evelin Di Lupidio, presidente anche dell’Albero Azzurro, di Morrovalle, nella creazione del Centro Antiviolenza Universale per le Marche, prima iniziativa di questo tipo, in quanto in genere i centri antiviolenza sono riferiti a condizioni specifiche. Evelin vuole abbracciare tutti i tipi di violenza e fare prevenzione. Questa va dalla violenza domestica, alla violenza di genere, inclusi i diversi orientamenti sessuali, a quella verso il diverso in generale, il razzismo o verso i bambini e il bullismo nelle scuole. Il logo ed il progetto, già registrato, il cui contenuto è già stato anticipato al sindaco di Civitanova Marche e ad altri amministratori del territorio nelle scorse settimane, è rappresentato da varie mani con scritte e colori diversi, a forma di alt con un cartello ben esposto “Stop alla violenza” in rosso. Evelin, ha creato uno spazio virtuale per la raccolta di testimonianze, ed un primo aiuto psicologico e sociale, di vittime di bullismo e violenza.

«Ci sono temi che non sono né di destra né di sinistra – dice Natalia Conestà, che dal 1997 è impegnata nei temi della coesione sociale – nel merito dell’uccisione di Alika Ogorchurkwu, si tratta di un diritto umano universale quello alla vita, sancito dalla Carta dei Diritti Umani e questa non è appannaggio di nessun partito. Per cui apprezzo le posizioni di sdegno, dall’una e dall’altra parte della politica, ma non le posizioni ideologiche che non fanno altro che aggravare le tensioni, specie nella convivenza tra diversi, di cui ci si ricorda solo quando accade qualcosa di grave. I politici invece che attenuare, acuiscono alcuni problemi, in cerca di voti. Alcuni parlano di cittadinanza ma non fanno mai una legge dedicata, altri hanno paura della cittadinanza perché poi le persone votano, ma non si accorgono che i nuovi italiani non votano lo stesso. Come non votano molti italiani. E’ un falso problema. Col tempo non è che le cose migliorano, ma peggiorano. I ghetti non aiutano, non aiuta che diverse etnie stiano bene solo tra loro stesse. Per questo con la candidatura di nuovi italiani nella lista Incroci-Futuro Giovani, abbiamo cercato di spezzare il circolo vizioso della paura e del restare in disparte, quindi del non impegno. Ieri abbiamo visto che cos’è la barbarie e cosa significa essere cristiani forse ce lo stiamo dimenticando, è la costruzione di una nuova umanità, il passaggio dalla barbarie alla civiltà».

Purtroppo però i cittadini sono impotenti. Nessuno ha reagito direttamente durante la colluttazione ma molti hanno urlato di fermarsi. Se poi un ragazzo si mischia viene considerato parte della rissa o vene ferito. Oppure non si sa come fare non essendo allenati o non avendo un fisico forzuto. Un corpo a corpo, che se rimane tale può far scena, non viene interpretato come un pericolo per la vita dell’uno e dell’altro. Siamo assuefatti da immagini di violenza, di guerra, mentre i potenti continuano ad andare in giro con giacca e cravatta e i poveri cittadini che vivono la vita di tutti i giorni si trovano esplodere un ordigno accanto e perdere un arto o addirittura la vita. Io interrogherei piuttosto l’amministrazione pubblica e chiederei un ripensamento nell’affrontare la sicurezza, attraverso un confronto serio con le associazioni di volontariato. Noi ci siamo. Indipendente dai colori di una amministrazione o di un’altra.

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Questo è un comunicato stampa pubblicato il 30-07-2022 alle 18:33 sul giornale del 01 agosto 2022 - 332 letture

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