Porto, nasce un gruppo di lavoro Comune-Regione-Capitaneria, Santori: "Priorità alla messa in sicurezza, no a progetti mirabolanti"

4' di lettura 06/02/2021 - Sarà un gruppo di lavoro composto da rappresentanti di Comune, Regione e Capitaneria di Porto a dover concretizzare un progetto di messa in sicurezza del porto. È quanto scaturito dalla recente serie di incontri tra le varie parti in causa culminata con quello in Regione di giovedì.

In tutto ciò, però, i diportisti non vogliono stare certo a guardare. Per questo l’associazione Il Madiere, con il suo presidente Gianni Santori, ha messo sul piatto quattro richieste: priorità di intervento alla messa in sicurezza dell’area destinata al diporto (con 500 posti barca tutti occupati), quella più a rischio ad ogni mareggiata; ricerca dei finanziamenti necessari per le opere già previste dal piano regolatore portuale riguardanti l’imboccatura del porto; messa a punto di un progetto che non si limiti al solo prolungamento del molo est, ma che tenga da conto anche la parte della nuova darsena prospicente all’imboccatura; nel caso non sia possibile reperire i fondi necessari per realizzare tutto (si parla di circa 15 milioni), procedere alla realizzazione di un’opera provvisoria da realizzare con somma urgenza per mettere in sicurezza l’attuale bacino portuale (spendendo circa un terzo di quella cifra).

«Si è deciso che verrà costituito entro due settimane il gruppo di lavoro misto che l’ammiraglio Moretti chiedeva già lo scorso 13 novembre – spiega Santori – stiamo puntando molto su questo aspetto e sembra ci sia l’accordo con tutti, ma in primis è il Comune si deve muovere. C’è da verificare a livello tecnico, anche attraverso un simulatore del moto ondoso in diverse condizioni, quali siano gli effetti di un intervento che potrebbe procedere a stralci. Ad ogni modo, il presidente Acquaroli ha riconosciuto il carattere di straordinarietà e urgenza per il porto di Civitanova e questo spiega perché nell’ultimo bilancio previsionale approvato non ci sono voci specifiche. Si parte dal progetto che c’è, ma c’è da capire nei dettagli di cosa abbiamo bisogno: ce lo dirà il gruppo di lavoro una volta all’opera. Poi ci incontreremo di nuovo e parleremo di finanziamenti. L’importante è che siamo usciti dal generico per passare a qualcosa di concreto. Ci sono tante chiacchiere sul porto, ma al sindaco abbiamo ribadito un aspetto: se non si muove il Comune non lo fa nessun’altro. L’importante è non distrarsi intoro ad altri progetti mirabolanti che si sentono periodicamente».

Il chiaro riferimento è all’idea di trasformare la darsena in un attracco per yacht di lusso. «La cantieristica è importante, c’è un piano per ripartire in maniera concreta – conferma Santori – all’interno della discussione, dopo un inizio pessimo, si è parlato di una iniziativa non prevista in primo luogo come l’installazione di una gru da 3 tonnellate da piazzare vicino allo scalo da alaggio. È molto importante perché muovere una gru per una barchetta di 5 metri sarebbe folle, ma averla fissa è tutta un’altra cosa. Il piccolo diporto c’è e va sostenuto. Vigileremo perché non ci si distragga intorno ad altre fantasie. Lo spazio per 5 yacht di lusso si farà, una porzione del molo sud sarà dedicata a quello, è già tutto definito. Ma un piano vero per un porto turistico per grandi imbarcazioni ancora non ce l’ha presentato nessuno. Noi crediamo che tutto debba essere successivo alla messa in sicurezza: ora non possiamo distrarci su altro».

Il diportismo è una realtà importante a Civitanova: se i posti barca attualmente sono 500 («ma una volta messo tutto in sicurezza se ne potrebbero ricavare anche di più», aggiunge Santori), i soci sono ben 622. «Ci sono persone che non hanno una barca propria ma amano il mare e allora diventano soci – precisa il presidente de Il Madiere – l’attività non si limita solo alla gestione delle imbarcazioni. Molti soci, da quando è aperta tutta la superstrada da Foligno, vengono anche dell’entroterra. Ciò che ha bloccato Civitanova è stato per tanti anni questo: avere un porto insicuro, nato per sommatoria di errori successivi».

Inoltre le associazioni che insistono sulla darsena, ben sette, hanno un ruolo non solo di gestione delle imbarcazioni. «Cerchiamo di essere un riferimento di socialità e anche di sport – chiude Santori – la pandemia ha frenato molto le attività, ma, ad esempio, per l’iniziativa “A pesca con mamma e papà” abbiamo ricevuto valanghe di telefonare per partecipare. Noi vogliamo aprirci alla città, è questa la vocazione del porto di Civitanova».

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Questo è un articolo pubblicato il 06-02-2021 alle 15:48 sul giornale del 08 febbraio 2021 - 207 letture

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