"E se fosse stato un figlio vostro?" La lettera di Giordano Perini per invocare la verità per suo figlio Mattia

4' di lettura 01/02/2021 - Giordano Perini è il papà di Mattia, ragazzo di 16 anni che morì il 9 gennaio 2020 travolto da un treno in transito alla stazione di Loreto. Una tragedia che sconvolse le due comunità cui era più legato, Montecosaro e Civitanova, ma non solo. A distanza di poco più di un anno da quel giorno, il caso è stato archiviato ma con tante zone d’ombra mai dissipate. Giordano chiede solo venga fatta chiarezza su quegli attimi fatali che hanno strappato la vita di suo figlio.

«Buongiorno Pm,

sono Giordano Perini, papà di Mattia, scomparso il 09 gennaio scorso in un tragico incidente alla stazione di Loreto.

Ad oggi non ho avuto risposte. Non parlo di giustizia, ma di risposte. Il caso di Mattia è stato archiviato ma le risposte non ci sono. Le prove non ci sono. Gli elementi non ci sono. Non c’è la scatola nera, non ci sono le registrazioni delle telecamere, non c’è il tachigrafo per capire la velocità del treno ma il caso è stato archiviato.

Sulla base di cosa? Perché? In che modo è stata accertata la responsabilità fosse di Mattia al 100%? Se ricorda bene nel suo ufficio aveva detto che aveva un figlio della stessa età di Mattia: allora le chiedo se suo figlio avesse avuto un incidente come quello che ha colpito Mattia, lei da mamma avrebbe chiesto come mai le telecamere erano funzionanti poi di colpo non più? Avrebbe approfondito, magari chiedendo spiegazioni sul perché non fossero funzionanti o avrebbe approfondito su chi avrebbe dovuto controllare queste cose? Lo avrebbe chiesto o si sarebbe arresa? Doveva richiedere la scatola nera, come ci aveva promesso nel suo ufficio dicendoci anche che sarebbe arrivata dopo qualche mese, come mai nel suo fascicolo non se ne parla? Se si fosse trattato di suo figlio avrebbe tralasciato la scatola nera o l’avrebbe voluta a tutti i costi?
Quale era la velocità reale a cui andava il treno? Come fa a dirlo con certezza senza la scatola nera? Pur sapendo che suo figlio qualche responsabilità poteva anche averla, immagino che da mamma sarebbe andata fino in fondo!

Si tratta di un incidente mortale, come ha scritto lei. Come può, senza nessuna prova reale, accertare che la responsabilità fosse al 100% di Mattia, come può senza tutti gli elementi archiviare il tutto? Se fosse stato suo figlio avrebbe archiviato? Se fosse stato suo figlio si sarebbe arresa? Se fosse stato suo figlio sarebbe stata sufficiente la dichiarazione dell’indagato oppure avrebbe voluto e preteso chiarimenti, tachigrafo e scatola nera? Penso che avrebbe approfondito e come me non si sarebbe data pace!
Se il treno che avesse colpito suo figlio non fosse stato annunciato in stazione? Se la velocità fosse stata maggiore di quella consentita? Senza scatola nera, senza poter vedere e sapere con certezza cosa è successo riuscirebbe a dormire la notte? E le telecamere? Prima ci era stato detto che c’erano le registrazioni, che erano immagini forti, poi, dopo la mia richiesta alla procura le telecamere oggi risultano non funzionanti… non avrebbe anche lei voluto andare fino in fondo??

Cara Pm, le chiedo in veste del ruolo che ricopre in primis, e da mamma poi, delle risposte.
Se quel treno avesse colpito suo figlio, riuscirebbe con le stesse risposte che ha dato a me con l’archiviazione guardarsi allo specchio? Riuscirebbe a darsi pace? A dormire la notte?

Chiedo solo delle risposte, chiedo solo che la verità venga accertata con prove e fatti e non una pacca sulla spalla che nessuno più ricorda di avermi dato. Chiedo la verità, chiedo risposte. Rivolgo a lei Pm, ma anche al responsabile della Polfer, al giudice, e faccio a ogni genitore una semplice domanda: “e se fosse stato un figlio vostro?”».

Giordano Perini

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di Redazione





Questo è un articolo pubblicato il 01-02-2021 alle 12:56 sul giornale del 02 febbraio 2021 - 2867 letture

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