Il direttore artistico Giorgio Felicetti riepiloga Rive Festival, 'un coinvolgimento emotivo fortissimo'

Rive Festival 4' di lettura 09/07/2014 - Giorgio Felicetti, direttore artistico del Rive Festival, appena conclusosi, prova a 'descrivere quanto accaduto nella tre giorni, anche se credo che solo chi c’era - tantissimi - può capire cosa è stato. Le parole appaiono inadeguate. Comunque, ci provo'.

Anche per me, che sono al ventesimo anno di direzioni artistiche di festival, non avevo mai sentito un coinvolgimento emotivo così forte. Dopo la semina dello scorso anno, è germogliato un fiore bellissimo. In soli due anni RIVE è entrato profondamente nel cuore e nella cultura della città. E lo ha fatto in maniera diretta, semplice, e per certi aspetti clamorosa: i tantissimi commenti che ci stanno arrivando parlano di “Esplosione del fenomeno Rive”, che oltrepassa i confini della città. Abbiamo avuto spettatori arrivati dalle regioni vicine, che, per seguire il festival con i venticinque appuntamenti, i settanta ospiti in programma, ed i suoi laboratori, hanno pernottato in città.

Non so calcolare il numero globale degli spettatori, ma sono stati tantissimi. Comunque per RIVE, parlare di spettatori è sbagliato. Io direi meglio uomini, donne e bambini che hanno condiviso gli incontri con gli ospiti approdati alle RIVE. Credo sia la peculiarità vincente del festival. Ci sono diversi fattori, a mio avviso, che hanno contribuito a radicare un successo di tale portata. In primis, il fatto che RIVE è un festival totalmente realizzato dalla città e dalle sue persone, a cominciare dal sottoscritto, passando per tutti i collaboratori, i relatori, i tecnici, i grafici, e le associazioni cittadine. Poi, si è capito che è un progetto veramente nuovo, che va oltre la formula classica dei festival che propongono cartelloni zeppi di personaggi famosi per discutere più o meno di questo o quell’argomento, senza tener conto della realtà del luogo.

L’ho già detto in fase di presentazione: è come un bambino che s’interroga sulle cose e sulle persone, sui fatti del mondo circostante, e dissemina domande. Un festival è tale, se riunisce le persone, ed insieme a loro, approfondisce, racconta, si confronta, cerca ed apre nuove prospettive. La città ha aperto le sue rive, ha accolto, ascoltato racconti, emozionandosi, commuovendosi, indignandosi, ridendo a crepapelle, ballando, battendo le mani. Il festival per tre giorni ha fatto respirare la città a pieni polmoni speranza, cultura, storie, idee, valori artistici. I tanti bambini della città coinvolti nei laboratori d’arte manuale e musicale sono stati una meraviglia.

Fattore fondamentale del successo è stata la “qualità” degli ospiti, degli artisti, cioè gli uomini e le donne che hanno voluto condividere le loro storie le loro esperienze di vita, la loro arte con noi. Gli ospiti di RIVE sono chiamati a condividere la realtà del festival in maniera totale, nel coinvolgimento con la città, i suoi abitanti, i suoi luoghi. Enzo Avitabile, che dapprima si mischia alle persone della Pescheria, poi sale sul palco, racconta la sua vita, ci presenta il suo film, poi abbraccia i suoi strumenti incarnando in un solo uomo tutta la musica del mondo, è un fatto di condivisione straordinaria. Patrizia Moretti, mamma di Federico Aldrovandi, che, senza difese al suo dolore, viene in mezzo a noi a presentarci il suo libro “Una sola stella nel firmamento”, ci chiama a capire cos’è la tragedia più alta, cioè quella di una madre a cui è stato massacrato il figlio. Tale è stata la condivisione emotiva di quest’incontro che credo rimarrà per sempre nella memoria dei presenti. La stessa Moretti ci ha ringraziato alla fine per “averle regalato qui a Civitanova un giorno di serenità”. Vetrano e Randisi che al teatro Annibal Caro hanno presentato il loro capolavoro poetico TOTO’ & VICE’, scrivono che quella serata rimarrà per sempre nella loro memoria di uomini ed artisti. E tutti, dico tutti gli ospiti ci parlano di giornate indimenticabili, cariche di emozioni e di passioni.

Sicuramente anche i luoghi scelti hanno avuto un valore determinante: ogni location è stata essa stessa argomento, domanda, riflessione. Poi, l’ultima giornata sul porto è stata la summa del festival, con tutta l’area portuale - le associazioni veliche, di pescatori, i moletti, i cantieri, i ristoratori - attiva nell’ospitare chi sbarcava alle nostre rive. La giornata conclusiva al porto è stata una gran festa, di colori di sapori di suoni, quelli meravigliosi dell’Orchestra di Piazza Vittorio con Ginevra Di Marco, ma anche quelli di Bach eseguito da un violoncellista in barca, di risate, quelle strappateci da Diego Parassole inn mezzo alle gru dei cantieri. RIVE è stato un viaggio fantastico, partito da Lampedusa e terminato in una notte fantastica sul porto di Civitanova, mai visto così: era bellissimo.

Tutto questo ci ripaga della grande fatica organizzativa che un festival così strutturato comporta. Ma sarebbe stato impossibile senza l'impegno dell’Amministrazione Comunale, l’Assessore alla Cultura e al Turismo, il Sindaco, l’Assessore all’Ambiente, e tutta l’Azienda Teatri che hanno creduto nel progetto RIVE, lo hanno realizzato e promosso.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 09-07-2014 alle 23:14 sul giornale del 10 luglio 2014 - 1170 letture

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