Recanati: Comitato Tvrs Canale 11, 'Frequenze a rischio'

2' di lettura 29/07/2013 - Proprio nel giorno (24 luglio) in cui ai sindacati e alla Regione Marche la Società Beta Spa, editrice dell’Emittente televisiva Tvrs, ribadiva la ferma determinazione a cessare l’attività di produzione, mettendo la parola fine ai programmi realizzati dalle professionalità interne, sia giornalistiche che tecniche, a Roma veniva presentata l’interrogazione parlamentare di Francesco Verducci, e sottoscritta anche dai senatori Amati, Fabbri, Morgoni e Puglisi, in cui il senatore fermano domanda ai ministri dello Sviluppo Economico e del Lavoro se la drastica scelta aziendale non debba determinare la revoca dell’autorizzazione a trasmettere sui canali 11 e 111.

In considerazione del fatto che la stessa Beta Spa avrebbe ammesso che la decisione di cessare l’attività deriva essenzialmente da difficoltà di rapporti con il personale e non economici, come invece viene riportato nel documento di dichiarazione di avvio della mobilità per ventuno dipendenti, Verducci e i suoi colleghi senatori tengono ad evidenziare come l’Azienda avesse “previsto lo spacchettamento dei canali 11 e 111 in due società”.

Una divisione, quella in due reparti, che aveva già destato i sospetti dell’Assemblea Legislativa delle Marche. Tanto che il 4 giugno scorso è stata approvata all’unanimità una risoluzione volta ad “accertare i veri motivi di una decisione che non trova riscontri economici in ambito nazionale”. E di “ipotesi ben diverse dalle paventate difficoltà economiche” si parla anche nell’interrogazione presentata da Verducci, il quale evidenzia come sia stato disatteso, da parte dell’Azienda, il Piano industriale di cui si era dotata essa stessa, e che era stato accolto favorevolmente dalle rappresentanze sindacali.

L’interrogazione, inoltre, contiene il richiamo ai “cospicui contributi statali e regionali” (2 milioni e mezzo di euro negli ultimi quattro anni) che Tvrs ha ottenuto proprio grazie al numero dei dipendenti, in particolare dei giornalisti. Se nonostante questa grave violazione di un patto con lo Stato sancito dalla legge, l’Emittente dovesse restare in diritto di mantenere la concessione delle frequenze trasmettendo unicamente televendite, repliche di vecchi programmi e rubriche dedicate a territori che nulla c’entrano con le Marche (come sta avvenendo in questi giorni), la battaglia si annuncia serrata e condotta su più fronti.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 29-07-2013 alle 17:48 sul giornale del 30 luglio 2013 - 822 letture

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