Bolkenstein: dibattito acceso al Cosmopolitan. 'Determinante la forza d'urto che creeremo'

3' di lettura 14/11/2011 -

“L’unione fa la forza”, un vecchio adagio che torna in voga come non mai oggi in ogni situazione. Ed è anche la conclusione auspicata da Claudio Albonetti, presidente regionale della Confesercenti Marche e Presidente nazionale dell’Assoturismo, nel corso di un convegno sulle prospettive delle concessioni demaniali marittime in seguito alla direttiva della Comunità Europea del 2006, che si è svolto lo scorso week end a Civitanova Marche presso l’Hotel Cosmopolitan.



In pratica la direttiva stabilisce l’uso della gara di appalto per le concessioni balneari, aperta a tutti i soggetti. Ve lo immaginate un bagnino cinese o ungherese a Civitanova, piuttosto che a Porto Potenza? Di fronte ad una platea fatta di operatori del settore giustamente irritati ma ancora non troppo pronti ad allearsi per trovare possibili soluzioni ad un caso che rischia di lasciare senza attività praticamente tutti gli esercenti delle attività balneari, si è svolto un interessante dibattito. Purtroppo assenti, non tutti giustificati, tutti i politici della Regione: dai senatori, ai sindaci, agli assessori, hanno voluto rispondere al problema con un assordante silenzio.

«Siamo qui per aiutarvi a ragionare – ha esordito il contr’ammiraglio Giovanni Pettorino, direttore marittimo delle Marche – l’attività del mare produce il 2% del nostro Pil e si sviluppa in ottomila chilometri di costa. Tutto funzionava bene perché risalente alla normativa del codice della Navigazione. Questa direttiva europea del 2006 non tiene affatto conto della nostra realtà, come molte cose che vengono decise a Bruxelles. C’è tra l’altro il grave e serio rischio di infiltrazioni malavitose. Ho comunque fiducia in una soluzione che non stravolga l’attuale sistema perché le risorse del nostro paese sono proprio gli italiani », ha concluso il contr’ammiraglio che ha evidenziato anche il disagio dei pescatori nel compilare un modello di pesca europeizzato non consono alla pesca svolta nel Mediterraneo in cui si pescano diverse specie contemporaneamente. Il dibattito si è infiammato quando ha preso la parola l’avvocato Morena Luchetti che citando la norma del codice di navigazione, scritto nel 1942, ha fatto infuriare i presenti.

«Il demanio è un bene di tutti che viene concesso dall’Autorità pubblica e per un determinato periodo di tempo, quindi la concessione è un titolo con durata temporanea». Apriti cielo! Perché c’è chi ha investito milioni di euro per acquistare la licenza o impiantare strutture a norma di sicurezza, non solo la famosa 626 ma anche l’antisismica, in base ad un piano economico finanziario che va ben aldilà del tempo previsto dalla direttiva della Comunità Europea, come fa a far quadrare i conti. O le aziende marittime portuali che hanno numerosi operai, cosa fanno licenziano gli operai? «Si parla, ancora solo di ipotesi, di bando ma la coesione l’esperienza dei nostri operatori devono diventare i punti di forza su cui far leva in caso la direttiva verrà applicata » ha concluso l’avvocato. « Questa direttiva è nata nel 2004 quando Monti era presidente della Commissione Europea – ha detto il presidente regionale Confesercenti Albonetti – la nostra associazione sta lottando per risolvere quello che presto sarà un problema per gli operatori balneari. Il turismo rappresenta il 4% del Pil, qualcuno dovrà per forza intervenire e stoppare l’Europa che vuol prendersi le nostre spiagge. E’ determinante, ai fini della vittoria finale, la forza d’urto che riusciremo a creare, ne va della vita delle nostre imprese. Per questo è da prendere in considerazioni anche l’ipotesi di costituire dei consorzi. La soluzione? Dichiarare la specificità delle nostre concessioni demaniali marittime, come ad esempio la coltura del tulipano in Olanda o i mercatini di Monaco di Baviera, lì non si può entrare, sono protetti ».








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 14-11-2011 alle 19:28 sul giornale del 15 novembre 2011 - 730 letture

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