Recanati: Rifondazione comunista: 'Best, Frau... e il silenzio di Confindustria e Camera di Commercio'

rifondazione comunista prc 2' di lettura 07/11/2011 -

La vicenda della Best di Montefano rappresenta l'ennesima pesante provocazione nei confronti dei lavoratori e purtroppo, non è che la punta dell'iceberg.



Infatti non possiamo non segnalare il clima di imbarbarimento generale che si sta registrando nelle stesse relazioni industriali anche nella nostra provincia, tradizionalmente caratterizzata invece da un moderatismo e da un livello di concertazione che mai ha raggiunto picchi elevati di conflitto. La stessa vicenda della Frau, con la dichiarata volontà di spostare una parte di produzione in Romania, in barba alla retorica sul Made in Italy, non fa che confermare la pessima piega che stanno assumendo i rapporti nelle fabbriche maceratesi, in linea con il clima che si registra nel resto del paese. A questo punto, tuttavia, sorge spontanea una domanda cruciale. A parte le dichiarazioni incolori ed insapori di un ente Provincia sostanzialmente assente ed opaca, vorremmo chiedere ad istituzioni importanti ed "autorevoli" come Confindustria Macerata, ma anche alla Camera di Commercio Industria ed Artigianato, come intendono reagire rispetto a questo declino. Vorremmo cioè capire, nonostante la retorica e le lezioni su efficienza, laboriosità e virtù dell'imprenditoria, legami con il territorio che abbiamo dovuto sorbirci negli ultimi anni, cosa ne pensano di ciò che sta concretamente accadendo, se ne condividono lo spirito e le modalità, ed eventualmente come intendono reagire rispetto ad una situazione che rischia seriamente di inquinare i rapporti sociali.

I comportamenti messi in atto dalla Best, le dichiarazioni senza appello della Frau (per citare i casi più eclatanti) non possono essere inquadrate solo nell'ottica della concorrenza internazionale che impone determinate scelte obbligate, ma sono la risultante di una cultura che vede il lavoro come variabile dipendente da fattori economici esogeni, da una globalizzazione che viene rappresentata come un fenomeno impersonale, quando in realtà è agita da soggetti economici ben precisi e facilmente inquadrabili. Per questo non possiamo più tollerare che determinate scelte siano fatte in nome esclusivamente del profitto: ricordiamo che i livelli retributivi sono rimasti sostanzialmente fermi da un ventennio a questa parte, mentre gli utili sono lievitati esponenzialmente, senza alcun investimento sul piano della ricerca e dell'investimento "innovativo", ed hanno rappresentato in realtà il volano a quella finanziarizzazione dell'economia che ci ha condotti all'attuale crisi di sistema. Anzi, è possibile dire che la logica che abbiamo subito in questi ultimi anni è stata quella del saccheggio: saccheggio di risorse, di territorio, di intelligenze, di futuro. Per quanto ci riguarda, dunque, incondizionata solidarietà e pieno sostegno alle lavoratrici ed hai lavoratori piombati in questo ennesimo ed evitabile incubo.


da Partito della Rifondazione Comunista




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 07-11-2011 alle 17:28 sul giornale del 08 novembre 2011 - 537 letture

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