MSI Destra Nazionale: Mirko Bianchini nominato coordinatore regionale.

Bianchini Mirko 7' di lettura 14/09/2011 -

Anche nelle Marche si sta ricostruendo un movimento politico che riporta alla luce i principi, i valori e gli ideali della Destra sociale italiana, che hanno nel tricolore, nella difesa dell’identità nazionale, nella tutela sociale dei cittadini italiani i principi fondamentali. La gloriosa formazione politica del Dr. Gaetano Saya che ha riportato sulla scena politica il nome e simbolo storico MSI – Destra Nazionale, ha realizzato una propria struttura organizzativa, che ha al proprio vertice, quale coordinatore regionale il civitanovese Mirko Bianchini, nominato dallo stesso Segretario nazionale Saya.



Il programma politico ovviamente non può che fare riferimento agli antichi principi fondamentali che hanno ispirato il movimento politico fin dai suoi albori e che rimangono punti fermi e non derogabili della propria azione. In primo luogo la riaffermazione della identità nazionale e dei valori che ne derivano, dal rispetto della storia e delle istituzioni del nostro Stato nazionale unitario, alla inviolabilità e unità del territorio italiano, al Tricolore, che è sempre stato un elemento di identità, mai messo in discussione nel corso della storia del secondo dopoguerra. A differenza di formazioni politiche attuali, i cui partecipanti oggi all’apparenza tutti rispettosi del tricolore e dei simboli nazionali, hanno in epoche nemmeno troppo lontane offeso e vilipeso l’Inno nazionale e il nostro Tricolore, a favore di principi e progetti che avevano in spregio i valori della nostra identità, avendo come simboli le bandiere rosse e come inno l’internazionale.

Oggi riprende un cammino che si rende tanto più necessario per ridare voce a quei cittadini che, vista la profonda crisi morale, sociale e politica del nostro Paese, sentono la necessità di restituire in primo luogo alla politica e attraverso la politica un senso a principi, valori, regole che possono rappresentare i capisaldi di una nuova fase della storia del nostro Paese. La cosiddetta seconda repubblica ha rappresentato il definitivo affossamento della politica intesa come lotta tra i partiti per la gestione del potere per il perseguimento di obiettivi particolari a discapito e spesso contro gli interessi collettivi. Il distacco dalla politica dei cittadini è reso ben visibile dalla sempre più bassa partecipazione dei cittadini alle elezioni politiche ed alla attività politica in genere. Questo si verifica perché ormai nella politica si vede solo uno strumento di difesa di interessi di una casta che ha perso ogni contatto con la realtà e ogni capacità di rappresentare interessi ed esigenze della collettività dei cittadini. C’è dunque bisogno di una nuova politica, fondata su principi certi, non negoziabili, a cui ogni cittadino può fare riferimento, senza timore di vederli poi modificati o rinnegati, come avviene oggi da parte di forze politiche che, in nome della governabilità, della partecipazione alla spartizione della torta del potere, rinnegano spudoratamente se stessi. Il programma è riconducibile a principi fondamentali che mai potranno essere contraddetti da chi agisce all’interno di questo movimento politico.

Dunque, la riaffermazione della identità nazionale e dei valori che ne derivano, dal rispetto della storia e delle istituzioni del nostro Stato nazionale unitario, alla inviolabilità e unità del territorio italiano, al Tricolore, che è sempre stato un elemento di identità. Sul piano dell’azione politica il principio ispiratore è e sarà sempre il progresso, il miglioramento delle condizioni di vita, il lavoro, l’assistenza sanitaria e sociale, la scuola e la formazione professionale garantita per tutti i cittadini italiani, l’assistenza e la garanzia di una dignità di vita agli anziani, ai pensionati, sempre nel rispetto delle leggi e delle istituzioni dello Stato nazionale. Il partito, in proposito ritiene necessario un forte processo di riforma del sistema delle autonomie locali, con un maggior controllo dello Stato, che per primo deve garantire di operare nel solo interesse dei cittadini, controllando e contenendo la spesa pubblica, ponendo regole certe, limiti a cui ogni struttura pubblica dovrà attenersi, prevedendo sempre sanzioni a carico degli amministratori e di ogni operatore pubblico che non si attenga alle disposizioni di legge.

La partecipazione alla Unione Europea è un altro aspetto che viene messo in discussione, in quanto non è in grado di svolgere quel ruolo di rappresentanza degli interessi nazionali. Né gli Stati membri sono oggettivamente disponibili, come sarebbe necessario a derogare da principi e valori nazionali a favore di una identità europea, del tanto esaltato cittadino europeo, che è ben lungi e forse mai sarà realizzato. L’Europa potrà esistere quando ogni Paese membro non opererà più in rappresentanza di se stesso, ma sulla base di elementi e principi fondamentali unitari (e non soltanto condivisi), quali politica estera, regole del mercato del lavoro, sistemi finanziari, regole sulla assistenza sociale e sanitaria, e finanche principi sulla gestione della sicurezza e difesa di una identità europea, con valori comuni e leggi unitarie, non regolamenti e principi generici, che nessuno Stato membro rispetta, quando entrano in conflitto con interessi particolari. Come si può in queste condizioni, sperare in un reale Stato federale europeo? Come si può pensare che gli Stati nazionali sostengano progetti di unità europea, quando al loro stesso interno si sviluppano movimenti di disgregazione, con strutture politiche locali, cui nessun partito poi è disposto a rinunciare in via definitiva, per non perdere posti per incarichi politici, di amministratori pubblici, di dirigenti, finanche di posti per raccomandazioni con cui foraggiare il mercato del voto? Si può ricordare il caso italiano, con la fine che ha fatto la promessa, poi ben rimangiata dai partiti politici, di abolizione delle Province? A cui si potrebbero ben aggiungere le inutili Comunità montane, altri luoghi di spesa improduttiva e di foraggiamento di una casta di dirigenti e dipendenti, spesso senza alcuna attività reale da svolgere. E quanti altri enti inutili, strutture super sviluppate nelle dirigenze e negli addetti laddove non c’è addirittura alcun bisogno di quel tipo di operatori, e il colabrodo dei Sistemi sanitari regionali, di consulenze, appalti, opere inutili? E potremmo continuare su molti elementi di spreco del denaro pubblico, di cui spesso si dimentica l’origine e cioè il reddito da lavoro di imprenditori e dipendenti onesti, di cui la classe politica e dirigenziale del nostro Paese abusa a scapito dell’interesse collettivo.

Altro aspetto fondamentale è quello della tutela del cittadino italiano, come già sopra detto, a cui si aggiunge la tutela della sicurezza pubblica e la definizione di regole certe sulla immigrazione, che deve essere regolamentata e limitata e non deve consentire a soggetti estranei alla nostra cultura, alle nostre tradizioni di usurpare spazi di libertà ai cittadini italiani, in termini di lavoro e sicurezza sociale del territorio. Perché se è vero che noi siamo un popolo che ha avuto nei tempi passati forti processi migratori, verso altri paesi europei e oltre oceano, è pur vero che mai abbiamo preteso di imporre la nostra cultura e le nostre tradizioni in modo violento e aggressivo, pretendendo di essere padroni in casa altrui. Né vale la considerazione di aver esportato organizzazioni malavitose, che non costituivano certo la maggioranza degli emigrati italiani nel mondo che hanno contribuito in maniera fondamentale allo sviluppo ed alla crescita dei Paesi nei quali con grande sacrificio hanno lavorato. E la loro equiparazione agli immigrati del nostro tempo, alle organizzazioni di sfruttamento irregolare e malavitoso, oltre alla incapacità della nostra economia di assorbire tanta mano d’opera, per cui è inevitabile un processo di criminalizzazione suona come una offesa alla loro dignità e laboriosità.

Su queste basi politiche, ma soprattutto morali questo antico movimento ritorna sulla scena politica, nella convinzione di poter rappresentare un sicuro punto di riferimento per i cittadini italiani, e così nella nostra Regione.


da
Mirko Bianchini
Coordinatore Regionale MSI - Destra Nazionale







Questo è un comunicato stampa pubblicato il 14-09-2011 alle 20:50 sul giornale del 15 settembre 2011 - 1226 letture

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