Aspettiamo un’altra generazione di Italiani. Cesare Bocci: “Intenso e tremendamente attuale”

Cesare Bocci 3' di lettura 05/08/2011 -

“E’ uno spettacolo intenso. Tutto. E rappresenta perfettamente la sintesi delle contrapposizioni della vita di Romolo Murri”. Con queste parole Cesare Bocci racconta l’opera teatrale Aspettiamo un’altra generazione di Italiani. Prodotto dal Centro Studi Romolo Murri di Gualdo presieduto dalla Prof.ssa Anna Maria Massucci ed organizzato dall’Associazione Teatrale Foyer di Vincenzo Fazio, lo spettacolo dopo numerose rappresentazioni nelle Marche approderà domenica 21 settembre a Montecitorio di fronte ad un pubblico selezionato di circa 90 persone.



Romolo Murri, figura contrastata e moderna della storia marchigiana prima ed italiana poi, racchiude in sé diverse anime, uomo religioso e politico, scomunicato e reintegrato, marito e padre. “Mi sono preparato documentandomi, come tutte le volte nelle quali sono chiamato a rappresentare un personaggio storico – ci racconta Cesare Bocci- in questa avventura sono stato aiutato in tal senso dallo straordinario Centro Studi Murri. C’è da dire che per un marchigiano interpretarne un altro è una grande responsabilità ed inoltre forniamo un’interpretazione personale che non può essere criticata dai protagonisti veri”. L’indiscutibile successo marchigiano dello spettacolo , secondo Bocci è riconducibile alla messa in scena di “una verità storica ma soprattutto una verità tremendamente attuale al giorno d’oggi, quale è la macchina del fango. Proprio a partire da questo punto di vista direi che questo pezzo teatrale diventa un momento di grande riflessione per il pubblico adulto e non.”

‘Aspettiamo, quindi. Aspettiamo un’altra generazione di Italiani’ dice Murri sul palcoscenico nello spettacolo diretto da Gabriela Eleonori “Si – Conferma Bocci – ed aspettiamo ancora seppure c’è aria di cambiamenti. C’è una sensazione generale di risveglio dal torpore che esula dai discorsi politici, una ricerca di ri-valorizzazione dei valori e la voglia di sentirsi parte dello Stato. L’altra generazione di Italiani è dunque in arrivo ma passata questa ne servirà un’altra ed un’altra ancora. Proprio in questo sta l’attualità sociale della storia di Murri”.

ROMOLO MURRI

Romolo Murri (Monte San Pietrangeli (FM) 1870 - Roma 1944), fu sacerdote, filosofo, teologo e uomo politico.
Laureatosi in teologia alla Pontificia Università Gregoriana, studia filosofia alla facoltà di Lettere della regia università di Roma, dove frequenta anche i corsi di Antonio Labriola.
Guardando alla realtà sociale e politica del suo tempo, identifica nell'assenza di una coscienza politica delle masse cattoliche una delle cause principali della corruzione della vita civile e sociale dell'Italia coeva. Si impegna quindi in un'intensa attività di sensibilizzazione politica dei giovani universitari, fondando nel 1895 la FUCI (Federazione universitaria cattolica italiana) e avviando la prima di una serie di riviste, la Vita nova, seguita a breve dalla celebre Cultura sociale. Nel 1900 si fa promotore del movimento della Democrazia Cristiana con l'intento di dar vita ad un partito politico autonomo rispetto alla gerarchia ecclesiastica, ma lo stesso viene sciolto d'autorità da Pio X nel 1904. Continuando ad occuparsi di organizzazione politica dei cattolici contro le direttive della Chiesa, nel 1907 viene sospeso a divinis e nel 1909 scomunicato.
Nello stesso anno partecipa alle elezioni politiche e viene eletto deputato con amplissimo suffragio; nel 1913 perde le elezioni per pochissimi voti, in seguito all'alleanza stipulata contro di lui tra socialisti e clericali. A partire dal 1913 Murri si allontana progressivamente dalla vita politica attiva, lasciandola definitivamente nel 1919 e dedicandosi alle attività di giornalista, pubblicista e saggista.






Questo è un articolo pubblicato il 05-08-2011 alle 13:19 sul giornale del 06 agosto 2011 - 665 letture

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