Caduta del Muro: Martino, non dimenticare le importanti lezioni ereditate dal XX secolo

Accolto dai saluti del presidente del Consiglio provinciali, Umberto Marcucci, della professoressa Paola Olivelli, e del presidente della Provincia Franco Capponi, l’on. prof. Antonio Martino è stato introdotto da Serena Sileoni, curatrice del ciclo di convegni, come “l’unico paladino in Italia del puro liberalismo, che difende strenuamente da uomo teorico, prima ancora che da uomo politico”.
Attualmente presidente italiano dell’Unione interparlamentare, l’on. Martino ha parlato senza remore degli orrori del passato e dei timori del presente. Quanto ai primi egli ha ricordato che il crollo del muro “ha restituito al vecchio Continente la sua centralità, liberando il mondo intero da un terribile e apparentemente ineliminabile incubo”. Si è poi chiesto, senza trovare risposta, “come un mito malevolo e malvagio avesse potuto fare presa su tanta gente che pure aveva di fronte l’evidenza indiscutibile delle sue nefaste conseguenze e dei suoi orrori”, e come “i comunisti italiani avessero potuto circondarsi di un’aria di rispettabilità quando addirittura non pretendere di possedere una sorta di superiorità morale”. “Non c’è stato comportamento – ha proseguito Martino – per quanto riprovevole dell’Unione Sovietica che non sia stato accolto come giustificato e necessario dalla maggioranza dei comunisti italiani. L’URSS per loro era intoccabile, immune da qualsiasi critica e chiunque si permettesse di avanzarne veniva immediatamente bollato come un reazionario al soldo dell’America.”
“Eppure – ha proseguito l’ex Ministero degli Esteri – non solo l’orrore umano, ma anche il fallimento economico del modello sovietico erano un dato oggettivo”. Ecco allora le falsità, i fingimenti, le acrobazie intellettuali di cui il comunismo dovette dotarsi: citando il sarcasmo di Hayek, Martino ha affermato che “prima venne chiesto ai cittadini dell’Est di adottare il comunismo perché riusciva a garantire benessere meglio di qualsiasi altro sistema; non appena fu evidente che ciò non era vero, venne chiesto di diventare comunisti perché i beni di consumo non erano importanti!”.
Quanto ai timori del presente, Martino - ministro della Difesa dal 2001 al 2006 - ha affermato che “col crollo del Muro si è passati dall’incubo della guerra al rischio del terrorismo” e ha poi insistito sulle debolezze dell’Occidente: in particolare “la crisi demografica, la gestione delle Organizzazioni internazionali, la eccessiva fiducia nel dialogo con chi non vuol dialogare”.
“E la notte ebbe fine”. Così si intitola il quadro dell’artista maceratese Silvio Natali che la Provincia di Macerata ha donato all’on. Antonio Martino in segno di gratitudine per aver accolto l’invito a partecipare con una propria lectio magistralis alle celebrazioni promosse dal Consiglio provinciale per ricordare i 20 anni dall’abbattimento del muro di Berlino. L’opera di Natali, che si ispira proprio alla caduta dei regimi comunisti dell’est Europa e alla fine della cosiddetta “guerra fredda”, è stata consegnata dallo stesso artista, originario di Corridonia e la cui “matrice espressiva – hanno scritto di lui diversi critici d’arte – è simbolica, sia nel segno che nel colore”.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 22-11-2009 alle 18:22 sul giornale del 23 novembre 2009 - 1186 letture
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