Porto Recanati: la Bara de Notte...

Infatti dal 1713 a Porto Recanati si perpetua la tradizionale processione del venerdì Santo: una bara portata a spalla da pescatori, che una volta sostavano nelle diverse osterie disseminate in questa ammaliante cittadina rivierasca con gente ricca di un garbato dialetto, gestualità e riti pagani.
Le tappe, come fossero stazioni della via crucis, ce le ha elencate Pasquale Rombini detto “Gnognò”, un piccolo commerciante di pesce che per ben trentacinque anni ha portato il catafalco sulle spalle. La processione partiva dalla chiesa di S. Giovanni Battista, la prima sosta era a Villa Volpini, ora sede del Municipio, poi davanti la casa del dottor Mazza e da qui prendeva per via Garibaldi dove il primo ristoro era la cantina di Augusto (1952 - 1983), poi c’era una sosta volante all’altezza della Scocca (ora Ristorante il Veliero) in via Mazzini e un cambio dei portatori all’altezza dell’osteria di Gastone (ora apprezzato bar il “Gatto e la Volpe”) in piazza Brancondi.
Infine la processione arrivava a Castelnuovo dove si verificavano altri cambi, altre soste e altre bevute per ristorare i pescatori affaticati: da Francè de Grespì e da Giri. Insomma anche in questo rito religioso c’era qualcosa tra sacro e profano: il vino. Ma a Porto Recanati c’erano altre osterie tra cui “Rosa del Capriccio” in via Garibaldi frequentata da Beniamino Gigli, l’osteria del Torcoletto in via Larga, l’osteria di Cittadini in via della Stazione, quella dei Cavallari e la cantina di Primo che ha chiuso i battenti nel 1988. In compenso da alcuni anni ha aperto in via Pastrengo un locale innovativo, d’atmosfera assimilabile ai vecchi luoghi del bere: l’enoteca la Parnanza.

Questo è un articolo pubblicato il 14-11-2009 alle 00:04 sul giornale del 14 novembre 2009 - 2047 letture
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